Droni: zone geografiche UAS

Zone geografiche UAS: 
come riconoscerle e 
interpretarle 
correttamente 

Il Regolamento UAS-IT, in vigore dal 04 gennaio 2021, che disciplina gli aspetti normativi di competenza dell'Autorità Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) e che integra il Regolamento di Esecuzione europeo (UE) 2019/947, regolamenta gli spazi di volo sul territorio italiano per le operazioni con i droni in prossimità di aeroporti (civili e militari), eliporti, avio/eli/idrosuperfici che prendono il nome di zone geografiche UAS. Queste sono istituite (per motivi di safety e security) e definite, rispettivamente nell'articolo 5 e 6, nella circolare ATM-09A e pubblicate nelle AIP Italia e riportate sul portale D-Flight (leggi la guida su come leggere e interpretare le mappe qui).

Ma cosa sono e come devono essere interpretate queste zone?

Le zone geografiche UAS sono dei volumi di spazio aereo che si estendono da una certa quota (che vedremo in dettaglio più avanti) e si estendono fino all'infinito (UNL) e, come già detto, non possono essere in nessun caso (nemmeno con specifiche autorizzazioni), non solo attraversati, ma neanche impegnati marginalmente e dunque vietati ai droni che operano nella categoria Open.

APR ZONE - le zone geografiche UAS

È innegabile che l'argomento, spesso e volentieri trattato nei vari social, appaia piuttosto ostico e di difficile interpretazione per una nutrita schiera di utenti, specie per tutti coloro che si sono da poco approcciati alla disciplina del volo con i droni.

Facciamo dunque un po' di chiarezza, anche con il conforto dell'immagine precedente, per fornire indicazioni precise su come comportarsi quando vediamo queste zone rappresentate sulle mappe D-Flight.

Come accennato in precedenza, ogni zona geografica UAS inizia da una quota definita a partire dal suolo e si estende fino ad UNL (unlimited, ovvero infinito) e, ad ognuna di queste, è stato assegnato un colore identificativo che cambia man mano che la tale quota aumenta;

Il rosso identifica la zona geografica che parte da 0 metri e dunque dal suolo (fino a UNL). Ciò significa che, già a partire dalla superficie, ci troviamo all'interno di una zona in cui non è possibile effettuare operazioni UAS in categoria Open.

APR ZONE - le zone geografiche rosse su d-flight

l'arancione 
identifica la zona geografica che parte da 45 metri (fino a UNL). Ciò significa che è possibile effettuare operazioni UAS in categoria Open nel volume di spazio aereo al di sotto di tale quota.

APR ZONE - le zone geografiche arancioni su d-flight

Il giallo identica la zona 
geografica che parte da 45 metri (fino a UNL). Ciò significa che è possibile effettuare operazioni UAS in categoria Open nel volume di spazio aereo al di sotto di tale quota.

APR ZONE - le zone geografiche gialle su d-flight

Il
celeste identifica la zona geografica che parte da 60 metri (fino a UNL). Ciò significa che è possibile effettuare operazioni UAS in categoria Open nel volume di spazio aereo al di sotto di tale quota.

APR ZONE - le zone geografiche celesti su d-flight

Le zone geografiche UAS risultano permeabili esclusivamente ai droni che effettuano operazioni nelle categorie 
Specific e Certified, ma solo previa specifica autorizzazione e solo alle condizioni previste nei paragrafi 7, 8 e 9 dalla circolare ATM-09A.

Autore:
Edi Vad 
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